Antiquariato, Sessione 2 - II

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Giovanni Michele Graneri
(Torino, 1708 - 1762)

Dipinti, Due episodi della vita di San Felice da Cantalice, 1735/40 circa

cm 60x50

La distribuzione della minestra ai poveri.
L’incontro con san Filippo Neri.
Oli su tela.

Felice da Cantalice (1513- 1587) per almeno tre secoli fu oggetto di intensa devozione e nelle chiese cappuccine vi furono spesso altari a lui intitolati con pitture di notevoli artisti. A Torino nel 1713 venne stampata la sua prima vita scritta dopo la canonizzazione, avvenuta sotto Clemente XI il 22 maggio 1712. Il  volume con la sua data precoce è  solo l’inizio di una lunga catena iconografica ed agiografica della sua venerazione in Piemonte e in tutta Italia ed Europa. I cappuccini infatti nel corso dei secoli ne propagandarono il culto. 

Felice si dedicò all’assistenza dei poveri, malati e pellegrini che affollavano le vie di Roma. Diventò molto amico di San Filippo Neri: i due si incontrarono per parlare, pregare e scherzare insieme.

Una delle più celebri scene che li vede insieme è quella che compare in una delle due tele qui oggetto presentate. Felice, che portava una fiasca divino, incontrò san Filippo e gli domandò se avesse sete. Filippo stette allo scherzo e cominciò a bere tra la sorpresa e gli schiamazzi della gente che assisteva alla scena. Le due tele sono opere di interesse del pittore bambocciante piemontese Giovanni Michele Graneri, che dipinse più volte e sempre con varianti, la scena dell’incontro di san Felice con san Filippo. 

A titolo di esempio e per confronto, ricordiamo la tela con commedianti e l’incontro di san Felice con san Filippo, firmata 1754 e datata dal Graneri ed oggi a Palazzo Mazzetti ad Asti, nella quale la scena centrale dell’incontro dei santi è praticamente identica, con variazione del contesto in cui però compaiono anche i saltimbanchi prediletti dal Graneri. Altre scene analoghe, anche se di minore qualità, sono transitate sul mercato antiquario nel corso dell’ultimo decennio. Anche la tela dell’elemosina trova riscontri precisi fra le opere stesse di Graneri: in particolare con una tela del 1754 già della Galleria Zabert di Torino, e con una seconda tela in collezione privata quasi identica nella struttura compositiva. Le tele sono databili al periodo più giovanile dell’attività del Graneri, fra 1735 e 1740.

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