Nonostante l’annosa disputa circa il primato dell’arte pura sull’arte decorativa, quest’ultima, a partire dai primi decenni del ‘900 conquista una posizione importante nella cultura produttiva e riesce a realizzare oggetti d’uso di altissima qualità tecnica e di elevata carica estetica.
Da una parte sono molti gli architetti così come pure gli artisti che, comprendendo il valore della realizzazione di oggetti d’uso nella nuova cultura in trasformazione della società, si dedicano alla produzione in serie ma comunque a tiratura limitata.
Per fare due esempi emblematici, da una parte il noto architetto Gio Ponti, parallelamente alla sua attività progettuale, si dedica alla direzione artistica di un ramo produttivo delle Richard Ginori; dall’altra il famoso artista e ceramista Fausto Melotti affianca alla sua arte una serie di oggetti di uso sui quali trasferisce una carica estetica unica e inimitabile.
Ma sono molte le botteghe artistiche che si affermano nella produzione di oggetti in ceramica, metallo smaltato, vetro, spesso gestite da artisti meno famosi ma comunque formatisi presso le Accademie di Belle Arti.
Tra questi artisti è doveroso ricordare Victor Cerrato, i cui oggetti in ceramica furono usati dagli architetti più noti dell’epoca all’interno dei loro progetti di interni, lo Studio Del Campo, noto per i coloratissimi smalti su supporti metallici spesso realizzate su disegno di progettisti; Piero Fornasetti, famoso per aver rilanciato le decorazioni classiche in chiave moderna su ceramica e supporti metallici mediante una speciale tecnica di stampa serigrafica; Paolo De Poli, noto per gli oggetti in smalto a fuoco su metallo e collaboratore di Gio Ponti nella realizzazione di opere su disegno dell’architetto; Aldo tura, famoso per gli oggetti rivestiti in pergamena tinta con colori accesi e rivestita di una finitura lucida. Da ricordare ancora: Galileo Chini, San Polo, Giovanni Gariboldi, Alessio Tasca, Ceramiche Albisola, Lenci, SCI Laveno, Lino Sabattini.